tradimenti
Selfies.

12.04.2021 |
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"Striscia, accarezzandola, sulla pelle e sui peli..."
Alla fine arriva. Un suono. Il display s'illumina e la schiena è percorsa da un brivido. Il cuore prende a palpitare. Tutto, dal basso ventre, fino al pene, freme. Appare il tuo volto. La pelle bianca. I cappelli agitati, cascanti , come rivoli di inchiostro, ti coprono gli occhi. Spalancati. Grandi. Belli. Liquidi e sognanti. Le folte sopracciglia dicono: "vedi?”. Le labbra umide. Leggermente aperte. Abbozzano un sorriso. “l’ho fatto”. Dicono. S’intravede nel folto della foresta dei capelli il rossore di una guancia. L’altra è appoggiata accanto ad una mano. la tua. un ombelico. il suo. Una striscia di peli neri corrono sopra una idea di addominali nascosti da una pancia leggermente abbozzata. Finiscono nelle mutande bianche. Strette. In primo piano. gonfiate dal sesso. distinto. Poi un accenno di un interno coscia. peloso. teso. muscoloso. Tutto resta soffuso. sospeso. in una luce calda. dolce. Dietro i miei occhi. dentro la pancia. nel buio profondo della nostra stanza la mano prende a muoversi. striscia, accarezzandola, sulla pelle e sui peli. seguono la curva bianca di cotone. si allargano afferrandolo. se ne impossessano. la seguono i capelli mentre la testa si solleva leggera. sfiora il il suo corpo. sento l’odore di sapone e sudore. mentre la tua faccia e il tuo naso portano la tua bocca più vicino. là la posano. e prendi a baciarlo. e sento l’odore intimo del pene. oltre l’ammorbidente. il deodorante. i tuoi denti bianchi accennano un morso. lui freme. tu ridi. il suono spezza il silenzio. ancora tu. un po’ sfocata. ancora più bianca la pelle affogata nel nero dei capelli. ancora più rosse le guance e le labbra. la tua mano, in primo piano, lo tengono dritto. alto. mentre lo appoggi sul viso. tre colori nelle forme sfocate e luminose nel buio. il bianco. il rosso. e la carne disegnata di vene scure. poi la mano che era gentile lo allontana e lo stringe. dolce prende a muoversi verso il basso. poi lenta in alto. ancora in basso. gli occhi emergono dalla foschia del volto. fissano il ritmo sempre più deciso. la bocca sorride. poi diventa un ovale nero. buio. profondo. la mano si ferma alla base mentre tutto scompare dove lo accoglie morbida la lingua. riapro gli occhi. fisso il soffitto e torna il suono. la luce. la tua bocca attorno al suo cazzo. lui se ne sta a gambe aperte. la mano lo stringe forte. vicino alle palle. tutto è più distinto. solo il suo ginocchio sparato in primo piano. intravedo anche un tuo dito. entrambi sfocati improvvisa una mano t’afferra il polso “metti via il cellulare” dice mentre ti stringe a se. un filo di saliva nasce dalle labbra che s’allontanano da lui. continui ad a tenerlo stretto. riprendi a muoverlo. mentre ti fai portare su. scavalchi le sue gambe. allarghi le tue per sederti sulla sua pancia. vedo il rosa acceso morbido e umido del tuo sesso. so che sei nuda e il tuoi peli bagnati si appoggiano a lui. e il contatto lo eccita ancora di più. ti stringe e bacia il seno. ti lecca i capezzoli. tu con una mano tieni ancora il cellulare e t’appoggi alla spalliera del letto. con l’altra ti frughi accarezzandoti con la sua carne. lieve. dolce. umida. e ti muovi. lieve. dolce. umida la mia mano va da sé. accelera. rallenta. si ferma. aspetta. riprende. tengo gli occhi chiusi fino al prossimo suono. non arriva. scorre un fiume nero di silenzio nella testa e allora penso che l’ hai infilato. in quel buio. caldo. lo hai sentito scivolare. dentro. duro. deciso. s’è spinto su con un colpo di reni. quasi ti solleva “Ahi” dici. come fai sempre. come una bambina che s’è fatta la bua. “hai” lo ripeti. più dolce. lento. lungo. poi la voce lascia posto al respiro che si fa affannato. e si fonde con il suo. più profondo rauco. mentre continua ad entrarti sempre più a fondo. ti solleva con colpi decisi mentre ti stringe i fianchi. “che culo” scivolando con le mani verso il centro. ti stringe ancora. affonda le dita. e ti allarga. vorrebbe entrare ancora di più. con tutto il bacino. e tu lo baci in fronte. sulle guance. sulla bocca. lo accarezzi di saliva. poi lanci la testa indietro. seguendo il sussulto “A-HI”. scandisci ma è quasi un singhiozzo. poi il suono. la luce. il tuo viso. l’inquadratura è dall’alto. sei nuda sopra di lui che ti stringe il culo. i tuoi capelli gli coprono busto e faccia, scoprono solo la sua bocca affondata nel tuo seno. quasi te ne divora uno. mentre l’altro resta bianco. piccolo. nascosto nell’oscurità. denunciato dal capezzolo rosso. eccitato. fremo incredibilmente mentre lo sento respirare gutturale. profondo. quasi vengo mentre ti cinge dai fianchi e deciso ma gentile ti mette sulla schiena. scende lasciando con la lingua una scia di saliva mentre dal sale del tuo sudore passa al dolce della tua fica. ti bacia. ti lecca. ti morde. gli spingi la faccia nel tuo odore vivo e sensuale. mi fermo che potrei scoppiare.mentre con le cosce gli strigi la testa. i talloni piantati sulla sua schiena. inarchi la tua. la curva del tuo corpo continua con la sua. se ne sta in ginocchio che ti beve. ti stringe i seni allungando le braccia. prostrato in quella preghiera primordiale. carnale. ed è ancora suono. ancora foto. di lui prigioniero fra le tue gambe. in primo piano i tuoi seni. sfocati. bianchi. i tuoi capezzoli ritti. rossi. poi più in giù la tua pancia e i tuoi peli che si confondono con in suoi capelli. le tue cosce bianche. le tue dita bianche. artigli che lo bloccano. fino all’ultima goccia. poi ancora suoni e foto. diverse. mosse. in sequenza. lui che risale. ferino. mentre tiene ancora una mano giù affondando le dita. lui che ti bacia la pancia mentre lo tiri dai capelli. lui che si riprende i seni. lui che esce col viso dal campo visivo. vedo la sua spalla. il suo braccio con i muscoli tesi che scopare lontano. fra le tue gambe. vedo la tua pancia. il tuo bacino spinto all’in su. le tue ginocchia aperte. e sento. sento il tuo respiro ormai accelerato. diventare preghiera. diventare un urlo. accennato. timido. ti sento venire. mentre io non voglio venire. ti vedo quasi tremare. vedo tremare la tua pelle d’oca. i tuoi muscoli e la carne. e la vedo sussultare mentre ricade sulle lenzuola mentre lui ti ritorna dentro. prende a spingerti a colpi decisi. sei ancora stordita dal piacere che non vuole finire. che lui ad ogni penetrazione ravviva come fuoco. e senti tutto. e sento. tutto. sento il suo cazzo pulsare. sento lo sperma risalire. lava che segna il passaggio dalla pancia. attraverso lo scroto. lungo tutto il pene. lo vedo che lo tira fuori. mi stringo il cazzo. lui mena il suo. vengono con un gemito. lui è copioso. denso. caldo. sulla tua pancia. nel tuo ombelico. sul tuo seno. una goccia raggiunge la tua bocca. godo. gode. godi e ridi. e lui ride e crolla. ti abbraccia. si sporca di se. ti bacia profondo. si mette di lato sul fianco. Sorride mentre si regge la testa e ti guarda. “quanto sei bella” ti prende il cellulare ti scatta una foto “guarda che splendore” dice. “ed è tutto per me" un altro suono. un’altra foto. tu. meravigliosa. bianca. sudata e scompigliata. il bianco delle perle del suo seno si confonde con la pelle della pancia. sorridi maliziosa e arruffata come una bambina che ha fatto il gioco più sfrenato e divertente. con le dita ti stai toccando la faccia. sei vicinissima alle labbra. ti lecchi le dita. ti metti su di un fianco. difonte a lui. lo sperma lento cola sul letto riprendi il cellulare. lo baci. sorridi. ti rimetti sulla schiena e mi invii la foto. “e’ tutto per lui."
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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